Il grande dibattito dei nostri tempi non sarà stato quello della figurazione e dell’astrazione, sarà stato quello della rappresentazione del viso e della sua impossibilità.
Jean Clair1
La serie RITRATTO IN SEDIMENTO si basa su una ricerca fotografica che possa creare una sensazione di dissoluzione della figura umana.
Queste figure esistono soltanto grazie al dispositivo fotografico che, attraverso il ricorso ad un tempo di posa estremamente lungo, permette di registrare un’immagine su se stessa, in un continuum interrotto solo in un dato momento con la chiusura dell’otturatore. Sia il corpo ritratto che il mondo circostante appaiono così indefinibili.
In quest’uso estremo della macchina fotografica si arriva ad una figura altrettanto estrema e deformata. Se questi ritratti rivelano queste caratteristiche, è̀ perché sono in grado di provocare la nostra sensibilità.
Davanti a queste immagini lo sguardo dello spettatore non smette di lavorare per trovare un senso a questa massa quasi deforme. E sarà giustamente attraverso questo esercizio della percezione e della sensibilità che potremo trovare l’individuo contemporaneo, un individuo in sviluppo, plurale, imprevedibile e incompiuto, come il mondo intorno a sé.
1 Jean Clair (dir.), Mélancolie génie et folie en Occident, Gallimand, France, 2008.
BIO
Artista e ricercatore, Bruno Zorzal è nato in Brasile. Attualmente vive e lavora a Vitória (Brasile) e Parigi (Francia).
L’esperienza con differenti dispositivi, l’esplorazione dell’uso di fotografie già esistenti, le convergenze della fotografia con altre arti come il video e la pittura sono i percorsi intrapresi negli ultimi anni di ricerca storica e artistica.
www.brunozorzal.com
2014